Gli indici PMI (Purchasing Managers’ Indexes) sono uno strumento essenziale per gli investitori alla ricerca di indizi sull’andamento dell’economia.
Attraverso le risposte a questionari inviati a manager e responsabili degli acquisti aziendali, questi indici offrono uno spaccato della condizione economica dei settori manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni, indicando espansione o contrazione in base alla soglia dei 50 punti. Questi responsabili, infatti, gestiscono acquisti che possono fornire indicazioni tempestive sull’economia in virtù della loro esposizione diretta ai cambiamenti del mercato.
Quali sono i principali indici PMI
L’indice PMI di maggiore influenza a livello mondiale è generato dall’Institute for Supply Management (ISM) degli Stati Uniti, sottolineando l’importanza di questo indice attraverso il suo ISM Manufacturing Report On Business. Una rilevazione che, partendo dal 1948, si aggiorna mensilmente rivelando le tendenze dell’economia americana. Ad anticipare l’andamento vi sono le stime, come quelle di FacSet per marzo, che prospettano una condizione di contrazione con un indice ISM Manufacturing previsto a 49,5.
Parallelamente, S&P Global emerge come altro importante emittente di indici PMI, con un approccio che copre settori manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni su scala globale. I suoi sondaggi, che coinvolgono circa 5.000 imprese soprattutto nell’Eurozona, consentono di avere tanto stime preliminari quanto dati definitivi, arricchendo l’analisi con dettagli anche sul singolo Paese, inclusa l’Italia.
Pro e contro degli indici PMI
Gli indici PMI si distinguono per la raccolta di dati reali su ordini, scorte di magazzino, prezzi e occupazione, permettendo una valutazione mensile diretta dello stato di salute economica di un settore. Tuttavia, la loro efficacia come unico strumento di valutazione per prendere decisioni di investimento è limitata. Infatti, non contemplano tutti gli aspetti dell’economia come la forza lavoro totale o l’inflazione. Inoltre, il variare dell’importanza relativa dei settori economici – con il servizio che spesso ora supera il manifatturiero – può alterare la loro rilevanza.
La recente pubblicazione delle stime PMI relativa all’Eurozona del 22 febbraio offre un esempio pratico dell’utilità di questi indici, mostrando un quadro economico variegato. Il settore manifatturiero continua a registrare una contrazione con un indice a 46,2 punti, mentre quello dei servizi si posiziona sulla soglia neutra dei 50 punti, indicando una stabilizzazione.